mercoledì 30 luglio 2008

Grazie Maestro!

Domenica sera Giovanni Allevi ha suonato ad Alessandria e non potevo farmi sfuggire l'occasione. Per cui, dopo una sagra veloce, di corsa in cittadella. Spettacolare. Non sono capace di descrivere a parole le emozioni che ho provato e perciò non ci provo nemmeno. Per capire Allevi bisogna sentirlo, meglio se dal vivo perchè così puoi anche guardarlo. Puoi anche non capirci niente di musica classica tanto lui ti trasmette sempre qualcosa.
Ieri ho comprato il mio secondo spartito di Allevi, che non vedo l'ora di suonare, e già che c'ero mi sono preso anche il libro. Alla sera era già finito. Mi ha preso talmente tanto che non sono riuscito a staccarmi da quelle pagine e ho tirato dritto fino alla fine.
Una volta l'ho incontrato in metropolitana a Milano. Eravamo uno di fronte all'altro. Io lo guardavo negli occhi e nella mia mente risuonavano le sue melodie. "Lo saluto? Non lo saluto?" Lui mi guardava negli occhi e sembrava dire: "Speriamo che non mi riconosca" Fatto sta che le fermate passavano e io non ho avuto la forza di aprire bocca. Poi lui è sceso, mi sono ripreso e mi sono anche reso conto che sarei dovuto scendere 3 fermate prima. Vabbè, per Allevi questo ed altro.
Ma la prossima volta che lo incontro minimo mi faccio fare l'autografo anche se a me del suo autografo interessa poco perchè mi basta la sua musica.
Grazie Maestro.

martedì 29 luglio 2008

Il ritorno!

Uah uah! Finalmente ho finito gli easmi e posso godermi la libertà tanto desiderata! Vabbè sto lavorando alla tesi ma è tutta un'altra cosa. Ah quante cose vorrei raccontare ma sono troppe e preso dalla frenesia finirei per fare solo del casino. Quindi un po' alla volta riprenderò l'attività di blogger! E intanto si avvicinano le vacanze...

venerdì 6 giugno 2008

Ricordi...

A come armatura
B come bravura
C come canaglia che con me viene in questura

D come diamante
E come elefante
F quel furfante che domani arresterò

Con G c'è tanta gente
con H non c'è niente
Immediatamente alla elle passerò

L è l'animale
M meno male
N è Natale e tanti doni avrò

Con O abbiamo l'orco
P come Pinocchio
Q questo marmocchio che domani mangerò

R come Roma
S come strade
T tutte le strade che a Roma porteran

Uh che bella storia
V vi ho raccontato
Z ho tanto sonno e a letto me ne andrò

sotto le coperte tutte le parole
fanno capriole e una fiaba sognerò...

mercoledì 14 maggio 2008

Pausa!

Cari amici blogger e visitatori tutti, con la presente vi avviso che, per cause di forza maggiore, ho dovuto mettere in stand-by la porzione del mio cervello dedicata al blog.
A causa di alcune circostanze, vedi esami, tesi e tentativo di laurearmi il più in fretta possibile, devo concentrare tutte le mie risorse in altre zone cerebrali, che sono poche e piccole ma mangiano tanto.
Nonostante ciò cercherò di offrirvi piccoli e sintetici spunti di riflessione che spero possano stimolare le vostre menti e farci conoscere meglio. Lo faccio soprattutto per chi mi viene a trovare e per Silvia in particolare. Sarebbe una punizione troppo crudele precluderle il suo amore per la scrittura.
Al contempo, nei limiti del possibile passerò a trovarvi per leggere i vostri blog e tenterò anche di lasciare un segno della mia presenza.
Continuate quindi a passare da queste parti e partecipate numerosi.
Nella speranza di potervi dare al più presto buone nuove e essere presente con maggior intensità, auguro a tutti voi buona vita.

martedì 22 aprile 2008

Hu Qianci. La più giovane prigioniera politica della Cina.

5 mesi, occhi a mandorla e guance paffute. Passa le sue giornate con la mamma Zeng Jinyan, 24 anni, agli arresti domiciliari nel suo appartamento. In un palazzo a nord di Pechino. In un quartiere dal nome che sembra volersi prendere beffa di questa famiglia. "La città della libertà". Il papà? Il papà non lo vede più dal 27/12/2007 quando per la seconda volta è finito nelle mani della sicurezza. L'accusa? Insurrezionalismo. Non serve molto per essere accusati di insurrezionalismo in Cina. Hu Jia, questo è il nome del padre della piccola Qianci, "ha difeso i malati di AIDS e denunciato i disastri ambientali provocati dal cannibalismo industriale" come
spiega F. Cavalera in un suo articolo su Corriere della Sera Magazine. Per questo è finito in carcere già nel 2006. Per mesi la moglie non seppe più nulla di lui. Torturato fisicamente e psicologicamente. Fino a quando , sul pianerottolo di casa, non apparve uno "scheletro". Era lui, tornato nella citta della libertà. Così anche stavolta, anzi peggio. Perchè stavolta è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. E sua moglie non può più uscire di casa. Le basta spostare leggermente la tenda per vedere sotto casa quattro uomini in divisa 24 ore su 24. Ghignano, irrispettosi e strafottenti, perchè loro hanno il potere. Una volta al giorno salgono al terzo piano e busssano alla porta della famiglia Hu. "Stai allattando? Ma lo sai che se non collabori te lo scordi di allattare la tua bimba?". Jinyan chiude la porta e va al pc. Ha deciso di scrivere un blog ma non sa che chi cerca di accedervi non trova niente altro che una pagina nera. Nera come il buio della stanza dove la piccola Qianci fa la nanna.

lunedì 21 aprile 2008

Perchè piange il cielo.

Oggi piove e alla fermata del bus c'è un bimbo con il suo ombrellino e lo zainetto in spalla. Ed è tranquillo perchè stringe forte la mano del suo papà, pronto a difenderlo da qualsiasi pericolo.
"Papà, perchè piange?"
"Chi piange amore mio."
"Il cielo. Non vedi che piange? Perchè piange?"
"Ma no amore del papà. Il cielo non piange, sta solo piovendo!"
Questa risposta non è piaciuta al bimbo, lo si capisce dal suo sguardo.

Piange il cielo
e non può fare altro
guardando dall'alto
questo triste mondo.

Piange il cielo
per i bimbi maltrattati
e per quelli mai nati,
per gli uomini sfruttati
e per i troppi colpi sparati.

Piange il cielo
per l'Irak, il Darfour e
per tanti altri posti
dove in mano ai bambini
si mettono i fucili.

Piange il cielo
per i tanti bimbi
costretti a lavorare
nelle fabbriche e
per le strade.

Piange il cielo
per tutti quei bimbi
che non hanno più lacrime
perchè le hanno già
tutte versate.

E allora piangi cielo
piangi più forte che puoi.

E piangi anche per me
nella speranza che
qualcuno si accorga
delle tue lacrime
e cambi.

Cambi se stesso
prima di tutto
e di conseguenza
cambi il mondo
cosicchè nel mio futuro
ci sia uin mondo migliore.

E dopo aver pensato tutto questo, il bimbo si è voltato verso suo papà con uno sguardo triste, quasi a dirgli:

"Ecco perchè piange!"

giovedì 17 aprile 2008

Ave Silvio!

MORITURI TE SALUTANT

giovedì 10 aprile 2008

L'ospedale.

Se c'è un posto nel mondo in cui pullula lo sporco è l'ospedale. Lo so, non dovrebbe essere così ma lo è. Forse non basta entrarci una volta ogni tanto per rendersi conto che:
i bagni sono perennemente caratterizzati da liquidi di varia natura sul pavimento e non solo. Per non parlare di quei ricordini che vengono lasciati in bella vista e che la mia amica definisce, dandone un'idea molto precisa, LE SGOMMATE;
sempre per parlare di bagni, spesso e volentieri manca il sapone e quando c'è non si capisce mai cosa contengano effettivamente i portasapone. Liquidi di svariati colori e profumi. Inoltre mancano le salviette per asciugarsi le mani cosicchè, quando uno esce dal bagno, le ha sempre grondanti e incappa sempre in qualcuno che lo guarda con faccia schifata;
guai ad appoggiare qualcosa sul pavimento. L'oggetto in questione se bianco diventerà nero e se nero in partenza diventerà bianco. Anche questa è una legge a cui non si può sfuggire ma non chiedetemi perchè;
al bar è vietato accedere con i camici per motivi igienici. Qualcuno dirà: "Visto, almeno ci provano a seguire qualche piccola regola igienica." Ma una volta entrato inizia lo slalom tra cateteri, drenaggi, gente che scatarra a destra e a sinistra, ramazze che ti passano sui piedi nel tentativo di spostare bustine di zucchero, tovaglioli e così via. Finalmente il bancone dei panini. I baristi molto diligenti hanno i guanti per prendere i panini, vabbè almeno questo. Peccato che prima di prendere il mio panino al barista è venuto da starnutire. Indovinate dove?
Ho omesso tanti altri particolari che mi sembrano inutili.
Ah, dimenticavo. Quel giorno non ho mangiato!

mercoledì 26 marzo 2008

Quoque tu cibo mio!

Mai avrei immaginato che
tu, bisteccozza alla brace mia,
mi avresti fatto questo.


Mai avrei immaginato che
tu, parmigiana di melanzane della mamma,
mi avresti tradito in modo così subdolo!


Mai avrei immaginato che
tu, mozzarella di bufala campana,
avresti potuto essere tanto crudele!


Ora che il mio colesterolo
è risultato essere sopra i limiti di norma
come quando lo sono le polveri sottili
non mi resta che indire il blocco del traffico.


Perciò da oggi sarà vietato il transito
nella mia bocca a tutte quelle gioie della vita che
che hanno reso i miei giorni felici.


Potranno circolare solo frutta e verdura,
yogurt rigorosamente privi di grasso,
danacol e via discorrendo.


Addio bisteccozza alla brace,
Addio parmigiana della mamma,
Addio mozzarella di bufala,
Addio frittura di qualsiasi genere,
Addio salumi e formaggi,
Addio!


O voi che mi leggete
e che siete ancora in tempo.
Non lasciatevi infinocchiare
dai dolci profumi,
dai gusti sublimi,
non siate ingordi.


Meglio poco alla volta per sempre
che tutto in un colpo e poi più niente!


NOTA BENE:QUANTO SCRITTO SOPRA E' VALIDO SOLO FINO A QUANDO I VALORI DI COLESTEROLO DEL SOTTOSCRITTO NON TORNERANNO NELLA NORMA!SPERIAMO PRESTO.

giovedì 20 marzo 2008

Buona Pasqua.

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: “Eloì, Eloì, lamà sabactani?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.


CHE TU CI CREDA O NO
TI AUGURO


BUONA PASQUA




lunedì 17 marzo 2008

Un giorno qualunque!

Quando ho aperto gli occhi stamattina la luce filtrava tra le fessure della tapparella. E nonostante fossi ancora assonnato riuscivo a distinguere i profili dei mobili: l'armadio con la TV di fronte a me, un tavolo a destra con le sedie in disordine, la porta del bagno e quella maledetta finestra che faceva passare la luce. La sveglia non era ancora suonata ma lo sfrecciare delle macchine e soprattutto la luce che filtrava dalla tapparella senza fermarsi mai mi hanno fatto capire che era già mattina. Stava iniziando un nuovo giorno ma la voglia di alzarsi e abbandonare il tepore delle lenzuola era pari a zero. E la prospettiva di ciò che mi aspettava non era certo d'aiuto.
Cosa mi aspettava??? In ordine:
1) Espletazione dei fisiologici bisogni mattutini per cui oltre al tepore delle lenzuola avrei dovuto abbandonare anche quello del pigiamone che mi coccola ogni notte.
2) Risciacquo veloce di viso e occhi con acqua tassativamente fredda perchè se aspetto che si riscaldi (da me ci mette un po' al mattino) perdo il treno. Intanto suona la sveglia che non ho spento!
3) Bidet con acqua fredde come sopra (lascio libero sfogo alle vostre menti contorte per immaginare cosa vuol dire!!!!)
4) Colazione, durante la quale spengo la sveglia, con caffè bevuto a tempo di record altrimento perdo il treno.
5) Completamento del lavaggio e vestizione anche questi di corsa e sperando che il nodo alla cravatta venga bene al primo tentativo (una mattina l'ho rifatto 7 volte!).
6) Tragitto casa-stazione al freddo e al gelo.
7) 45 minuti di viaggio tipo scatola di sardine (causa affollamento spropositato) abbandonata nel deserto (causa riscaldamento a palla) tra treno e metropolitana.
8) Giornata di pseudolavoro (non sono ancora laureato) a punzecchiare braccia di bimbi allergici e/o asmatici.
9) Ritorno a casa (vedi punto 7)
10) Cena e lavaggio piatti incluso.
11) Uno dei pochi se non l'unico motivo per cui mi alzo al mattino: RITORNARE A LETTO!!!
Per fortuna ti alzi e prima o poi succede qualcosa che ti scombussola la giornata. E dà un senso ad ogni giorno!

mercoledì 12 marzo 2008

Vocabolario femminile!

9 parole che usano le donne
1) BENE: questa e' la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.
2) 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti e' solo 5 minuti se ti ha dato appena 5 minuti per guardare la partita prima di aiutare a pulire in casa.
3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa... e dovreste stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE.
4) FAI PURE: e' una sfida, non un permesso. Non lo fare.
5) SOSPIRONE: e'come una parola, ma un'affermazione non verbale per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un'idiota e si chiede perché sta perdendo il suo tempo li' davanti a te a discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole niente).
6) OK: Questa e' una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come> e quando fartela pagare.
7) GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola ? e' vero a meno che non dica 'grazie mille' che e' PURO sarcasmo e no ti sta ringraziando. NON RISPONDERE non c'e' di che perché cio' porterebbe a un: quello che vuoi.
8) QUELLO CHE VUOI: e' il modo della donna per dire vai a fare in ***o.
9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere: 'Cosa c'e' che non va?' Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3.
Ne aggiungerei una decima per fare conto pari: quando dicono OGGI NON HO MAL DI TESTA, considerando che esistono i Moment, porterebbe un uomo a chiedere 'Cosa c'e' che non va?' e di qui di nuovo al punto 3.

lunedì 10 marzo 2008

La prima volta!

"La prima volta non si dimentica mai!"
Facile a dirsi. Poi gli anni passano, arrivano in fila la seconda, terza, quarta volta ecc. ecc, e la magior parte delle prime volte diventano prima ricordi sfumati per poi svanire del tutto.
Avete mai provato a pensarci? Beh se non l'avete mai fatto ecco l'ennesima prima volta.
Chi ricorda la prima volta in cui ha camminato?
Chi ricorda la prima volta in cui ha detto mamma o papà facendo piangere di gioia i propri genitori?
Chi ricorda la prima volta fuori dal panolino? Eh? Questa si che deve essere stata una gran bella prima volta!
Poi ci sono le prime volte che invece non si dimenticano mai per davvero.
Io ad esempio ricordo benissimo la prima volta che mia mamma mi ha portato all'asilo. Esperienza tremenda per me e per la maestra Nadia. La resistenza delle sue gambe infatti è stata messa a dura prova dai miei calci non appena mia mamma ha provato ad allontanarsi da me lasciandomi con lei.
"Vado a prendere il pane e poi passo a riprenderti!" E chi ci credeva! E infatti mia mamma è tornata ben 7 ore dopo. "Hai trovato fila dal panettiere?" avrei voluto chiederle. Ma vabbè dopo un po' l'ho perdonata.
E ricordo benissimo anche il mio primo bacio. E' stato un bacio a stampo di cui non sapevo bene neppure il significato, ma lo facevano i grandi e quindi ci ho provato anche io. Avevo 6 anni ed ero in prima elementare. C'era una mia compagna di classe che conoscevo già da un po' perchè aveva fatto con me anche l'asilo. Era una bella biondina e ... è successo!
E poi ricordo bene anche tante altre prime volte ma non sto qui a raccontarle tutte altrimenti vi annoio.
Ah, siete curiosi eh? No quella prima volta non posso proprio raccontarvela!
Morale del post: "Che la si ricordi o no, la prima volta resta pur sempre la prima volta."

domenica 9 marzo 2008

Barzellettina.

E' arrivato il momento di farci due risate!


Berlusconi muore.
Arriva alle porte del Paradiso, dove l’attende paziente San Pietro:

“Benvenuto in paradiso, Eminenza.
Prima di farLa accomodare, devo purtroppo anticiparLe che abbiamo un piccolo problema da risolvere.
Vede, è molto raro che un politico d’alto rango arrivi qui, e la verità è che non sappiamo cosa fare con Lei,così abbiamo deciso di farLe trascorrere un giorno all’inferno e uno in paradiso, cosicchè Lei possa scegliere liberamente dove trascorrere la Sua eternità”.

San Pietro accompagna il nuovo arrivato all’ascensore e questi scende, scende fino all’Inferno.
Si apre la porta e Berlusconi si trova in mezzo ad un verdissimo campo da golf.
In lontananza intravede un lussuoso club house; davanti, tutti i Suoi amici politici che avevano lavorato con Lui.
Gli corrono incontro e Lo abbracciano commossi, ricordando i bei tempi andati, quando tutti insieme si arricchivano alle spalle degli Italiani.
Decidono di fare una partita a golf e poi cenano tutti assieme al club house con caviale e aragosta.
Alla cena partecipa pure il Diavolo, che in realtà si dimostra essere una persona molto simpatica, cordiale e divertente.
Berlusconi si diverte talmente tanto che non si accorge cheè già ora di andarsene.
Tutti Gli si avvicinano e prima che parta Gli stringono calorosamente la mano, lasciandolo triste e profondamente commosso.
L’ascensore sale, sale e si riapre davanti alla porta del paradiso, dove San Pietro Lo sta aspettando.
Berlusconi passa le successive 24 ore saltellando di nube in nube, suonando l’arpa, pregando e cantando.
Il giorno è lungo e noioso, ma finalmente finisce.Si presenta San Pietro che Gli chiede:
“Eminenza, ha trascorso un giorno all’inferno e uno in paradiso, ora può scegliere democraticamente dove trascorrere l’eternità”.
Berlusconi riflette un momento, si gratta la crapa e dice:
“Beh, mi consenta, in paradiso è stato tutto molto bello, però credo che sia stato meglio all’inferno”.
Allora San Pietro scrolla le spalle e Lo accompagna all’ascensore.
Scendi, scendi, giunge all’inferno.
Quando le porte si aprono, si ritrova in mezzo ad una terra deserta e piena di immondizie sparse dappertutto.Vede tutti i Suoi amici in tuta da lavoro che raccolgono il pattume e lo depositano in sacchi neri di plastica.
Il diavolo Gli si avvicina e Gli mette un braccio attorno al collo, in segno di benvenuto.
“Non capisco…” balbetta Berlusconi “…mi consenta, ieri qui c’era un campo da golf, e un club house, e abbiamo cenato a base di aragosta e caviale, e ci siamo divertiti un sacco.Ora la terra è solo un deserto pieno di spazzatura e i miei amici sembrano dei miserabili”.
Il Diavolo Lo guarda, sorride e Gli dice:
“Amico mio, ieri eravamo in campagna elettorale.Oggi, hai già votato…per Noi!”

martedì 26 febbraio 2008

La storia di Shay.

Questa e-mail mi è arrivata tramite un amico e mi ha commosso molto, volevo che anche voi la leggeste.
Ricordati che TU fai la differenza.
Non cercare mai mezzi termini: non ce ne sono.
Leggi in ogni caso.
La mia domanda è: tu avresti fatto la stessa scelta che ho fatto io?
Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: 'Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?'
Il pubblico alla domanda si fece silenzioso.
Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino.'
A quel punto cominciò a narrare una storia:
Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?' Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.
Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: 'Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono' Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri. Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita? Incredibilmente lo lasciarono battere. Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza. Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore.
Ma il gioco non era ancora finito.
A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita sarebbe finita. Invece... Il tiratore lanciò la palla di molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: 'Shay corri in prima base! Corri in prima base!' Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base. Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quell punto tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base!' Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla...
Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla.
Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!' Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono:' Corri in prima, torna in base!!!!' E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della partita.
'Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità'.
Shay non è vissuto fino all'estate successiva. E' morto l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre...non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto.
ED ORA UNA PICCOLA NOTA AL FONDO DI QUESTA STORIA: In internet ci scambiamo un sacco di giochi e mail scherzose senza che queste ci facciano riflettere, ma quando si tratta di diffondere mail sulle scelte della vita noi esitiamo. Il crudo, il volgare e l'osceno passano liberamente nel cyber spazio, ma le discussioni pubbliche sulla decenza sono troppo spesso soppresse nella nostre scuole e nei luoghi di lavoro.
Se stai pensando di forwardare questo messaggio, c'è probabilità che sfoglierai i tuoi contatti di rubrica scegliendo le persone 'appropriate' o 'inappropriate' a ricevere questo messaggio.
Bene: la persona che ti ha mandato questa e-mail pensa che TUTTI NOI POSSIAMO FARE LA DIFFERENZA. Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di aiutare il 'naturale corso delle cose' a realizzarsi. Ogni interazione tra persone, anche la più inaspettata, ci offre una opportunità: passiamo una calda scintilla di amore e umanità o rinunciamo a questa opportunità e lasciamo il mondo un po' più freddo? Un uomo saggio una volta disse che ogni società è giudicata in base a come tratta soprattutto i meno fortunati.
Ora tu hai 2 scelte:
1.cancellare
2.inoltrare.

martedì 29 gennaio 2008

Che risveglio!

Ieri mattino mi son dovuto alzare presto per andare come al solito a Milano. La città era ancora addormentata nonostante fossero già le 7 del mattino: le persiane erano quasi tutte chiuse e le finestre illuminate erano ben poche. Avrei voluto sentire l'aroma del caffè per le strade ma ciò è rimasto un sogno.
In giro non c'era nessuno a parte i giornalai. Sono passato davanti a tre diverse edicole e loro erano tutti presenti. Poi sono giunto in piazza Garibaldi e lì ho trovato un po' di gente perchè stavano allestendo le bancarelle per il mercato. E intanto mi facevo coraggio perchè pensavo di non essere l'unico sfigato in giro a quell'ora del mattino. E non vi dico che gioia ho provato arrivando in stazione: un mondo di gente, tutti assonnati. C'era addirittura chi andava avanti ad occhi chiusi!
Ma la cosa più bella doveva ancora succedere. Appena partiti, attraversando i campi che dividono Alessandria da Valmadonna prima e Valmadonna da Valenza poi, uno spettacolo indescrivibile. Un cielo mai visto, tinto di rosa, poi rosso sempre più intenso. E poi c'erano le nuvole che creavano dei riflessi splendidi. Sembrava che qualcuno si divertisse a disegnare nel cielo. E per un attimo ho dimenticarìto di essere stanco, di essermi svegliato presto, di avere freddo, di avere davanti una giornata intera di studio...
E ho pensato che tutto questo fosse una piccola ricompensa per chi come me al mattino si sveglia presto.
Ed ero felice!